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    Sagrantino di Montefalco: ebrezza e santità

    venerdì, 25 ottobre 2024 Irene Perico, venerdì, 25 ottobre 2024 (0 minuti di lettura)

    Nel 1568 è stata ribattezzata “Ringhiera dell’Umbria”, per la sua bellezza e i panorami pittoreschi: dai belvedere di Montefalco, nelle giornate più limpide, si ammira infatti la dolcezza delle colline ricoperte da ulivi e vigneti, si scorgono le bellezze medievali di Assisi, Spello, Foligno, Trevi, Spoleto, Gualdo Cattaneo, Bevagna, Perugia e, in lontananza, si scorgono i rilievi dell’Appennino, del Subasio e dei Monti Martani. Situata in cima a una collina che domina la pianura dei fiumi Topino e Clitunno, Montefalco è Città del Vino e Città dell’Olio, famosa perché patria di molti santi, tra cui emerge la mistica Agostiniana Santa Chiara della Croce (1268–1308), per gli affreschi delle sue Chiese, per i suoi Santuari, per la sua singolare spiritualità e tranquillità e per il suo vino, in primis il Montefalco Rosso Doc e il Sagrantino di Montefalco Docg, due vini che rappresentano in pieno tutta l’essenza del loro terroir. Anzi, molto di è più perché grazie ai suoi vini Montefalco e le zone limitrofe hanno conosciuto una rinascita turistica che rappresenta una delle case history più eclatanti d’Italia.

    SAGRANTINO & “FRIENDS”

    Il Sagrantino è un vitigno autoctono la cui coltivazione si fa risalire ai primi frati francescani che lo utilizzavano, come si evince dal nome, per i “sacramenti”. Nel 1451 il noto pittore fiorentino Benozzo Gozzoli, chiamato dai francescani ad affrescare l’abside della loro chiesa, alludeva forse al Sagrantino dipingendo la bottiglia di vino rosso sulla mensa del cavaliere da Celano, negli affreschi dedicati alla vita di San Francesco. Data importantissima è il 1549, anno a cui risale il primo documento ritrovato che parla espressamente di Sagrantino: si trattava di un ordine di mosto di Sagrantino da parte dell’ebreo Guglielmo, mercante di Trevi, e di sua moglie Stella. Durante l’Esposizione Umbra del 1899, il Sagrantino ottenne un riconoscimento ufficiale, come vino “da dessert o da pasto superiore”. Come per molte altre grandi perle dell’enologia internazionale, infatti, anche la storia più remota del Sagrantino è legata alla produzione di vini dolci, ma è la versione “secca”, più recente, ad aver consacrato questo vino sulla scena dei grandi rossi italiani. Grazie a questo nuovo corso, il Sagrantino ha avviato la sua storia contemporanea, ottenendo il riconoscimento della Doc nel 1979 e della Docg nel 1992.

    L’uva Sagrantino è presente in uvaggi (dal 10 al 25%) nel Montefalco Rosso, composto prevalentemente da Sangiovese (dal 60 al 80%), a cui si aggiungono altre uve a bacca rossa indigene e può essere commercializzato solamente a seguito di un invecchiamento di almeno 18 mesi. Un invecchiamento maggiore origina il Montefalco Rosso Riserva. 

    A fianco alla produzione dei vini rossi è nata la denominazione del Montefalco Bianco che prevede il Trebbiano Spoletino come vitigno principale (minimo 50%) affiancato da altre uve a bacca bianca non aromatiche (da 0% a 50%).

    ZONA DI PRODUZIONE

    La zona geografica di produzione dei vini di Montefalco abbraccia l’intero territorio comunale che le dà il nome e comprende Bevagna, Giano dell’Umbria, Gualdo Cattaneo, Castel Ritaldi, in provincia di Perugia. Si tratta di un areale produttivo molto piccolo, con terreni che digradano dolcemente lungo profili collinari presidiati da antichi borghi medievali. I terreni sono di chiara matrice argilloso-calcarea, a volte più profondi e a volte più leggeri, con presenza di scheletro in genere contenuta. La fascia altimetrica di coltivazione oscilla dai 220 ai 472 metri dei rilievi collinari più elevati, mentre la pendenza degli appezzamenti vitati e l’esposizione generale è variabile, tanto da creare un ampio ventaglio di microclimi e condizioni di coltivazione. Il Sagrantino, impiantato su 660 ettari, registra una produzione media annua di 1,7 milioni di bottiglie, mentre il Montefalco Doc, impiantato si 430 ettari, produce circa 2,2 milioni di bottiglie. Per valorizzare il celebre rosso, è stato istituito un percorso enogastronomico e culturale chiamato “La strada del Sagrantino” che si snoda lungo cinque borghi che risplendono di arte, sapori e profumi unici: Montefalco, Bevagna, Giano dell’Umbria, Gualdo Cattaneo, e Castel Ritaldi.

    LA DOC SPOLETO E IL CONSORZIO TUTELA VINI MONTEFALCO

    La Doc Spoleto nel 2019 è stata aggiunta alle denominazioni e tutelate dal Consorzio Tutela Vini Montefalco. Un traguardo molto importante per entrambe le denominazioni, grazie al quale si potranno sviluppare strategie comuni per la tutela e la promozione dei vini ottenuti da Sagrantino e Trebbiano Spoletino, accomunati da un’indiscussa unicità e da una straordinaria longevità, oltre che da un territorio unico al mondo per storia, cultura, paesaggio. «Grazie a questo importante passaggio completiamo la tutela e l’immagine di un territorio che vanta varietà autoctone di grande valore – afferma Filippo Antonelli, vicepresidente del Consorzio Tutela Vini Montefalco – con un paniere molto eterogeneo e sempre più interessante: ai grandi rossi, Sagrantino in primis, ma anche Montefalco Rosso e Montefalco Rosso Riserva, si aggiungono i vini bianchi, che stanno riscuotendo un successo sempre maggiore: il Montefalco Bianco, come protagonista il Trebbiano Spoletino, il Montefalco Grechetto e ora la Doc Spoleto, che comprende numerose aziende e Comuni, tra cui ovviamente Spoleto, che dà il nome alla denominazione». La Doc Spoleto comprende lo Spoleto bianco, lo Spoleto Trebbiano spoletino, lo Spoleto Trebbiano spoletino Superiore, lo Spoleto Trebbiano spoletino spumante, lo Spoleto Trebbiano spoletino passito. Il Trebbiano Spoletino sta ottenendo grande successo, a testimonianza dell’importanza della varietà e di un territorio vocato a grandi bianchi oltre che a grandi rossi. «Quella del Trebbiano Spoletino è una realtà produttiva in grandissima crescita – continua Antonelli – grazie alla qualità altissima dei vini ottenuti; la produzione è largamente inferiore alla domanda e il vino viene molto apprezzato soprattutto sui mercati esteri». Il Consorzio Tutela Vini Montefalco è stato fondato nel 1981, ha il compito di coordinare le aziende della zona e di condurle nella costante ricerca della qualità e della valorizzazione dei vini del loro territorio.

    I VINI

    Sagrantino di Montefalco secco Docg

    È un vino di grande struttura ottenuto esclusivamente da uva di Sagrantino. Grazie al ricchissimo corredo di polifenoli e di tannini, questo vino ha una longevità straordinaria. Necessita di un lungo periodo di affinamento nel legno prima, nella bottiglia poi. Alla vista presenta un colore rosso rubino intenso, talvolta con riflessi violacei e tendente al granato con l'invecchiamento. Al naso, ha caratteristiche note di more di rovo, che si ritrovano in bocca assieme ad aromi di frutti di bosco.

    Abbinamenti: formaggi stagionati, carni stufate e brasate, cacciagione nobile.

    Sagrantino di Montefalco passito Docg

    Dall’omonima uva si ottiene anche il tradizionale passito. I grappoli vengono scelti accuratamente e messi appassire su graticci per almeno due mesi. Quindi si vinifica fermentando il mosto con le bucce. Si ottiene così un vino passito molto particolare perché, pur essendo un vino dolce, rimane asciutto grazie al suo patrimonio tannico. Di colore rosso rubino intenso, con riflessi violacei o granata, al naso è fruttato e al palato spiccano aromi di marasca, cioccolato, talvolta tabacco, spezie dolci.

    Abbinamenti: dolci a base di cioccolato, cioccolato fondente, pasticceria secca, formaggi.

    Montefalco Rosso Doc

    Colore rosso rubino caratteristico, mostra profumi delicati e vinosi, rendendolo di facile beva e accattivante. In bocca gradevolmente secco con note fruttate, che alleggeriscono una struttura importante ma non aggressiva.

    Abbinamenti: primi piatti saporiti e moderatamente speziati, carni alla griglia.

    Montefalco Bianco Doc

    La denominazione prevede il Trebbiano Spoletino come vitigno principale (in quantità superiore al 50%) affiancato da altre uve a bacca bianca non aromatiche. Agli aromi e ai sapori conferiti dal Grechetto, si accompagna la nota freschezza tipica del Trebbiano. Di colore giallo paglierino carico, si distingue per i profumi vinosi e fruttati. In bocca gradevolmente secco con note fruttate, facilmente riconoscibile e apprezzabile per la buona struttura.

    Abbinamenti: antipasti, zuppe, risotti, carpacci, prosciutto, salumi, sushi, pesce e carni bianche.

    Montefalco Grechetto Doc

    Vino bianco caratterizzato da Grechetto, uva bianca e vitigno autoctono tra i più coltivati in Umbria. Aromaticità intensa, buona struttura in bocca e acidità agrumata.

    Abbinamenti: salumi, porchetta, formaggi freschi, zuppe di legumi e cereali, primi piatti, torte rustiche, spezzatini.

    Spoleto Trebbiano Spoletino Doc

    Le caratteristiche organolettiche di questo vino prevedono un colore giallo paglierino, talvolta con riflessi verdolini, profilo olfattivo delicato, mentre a livello gustativo risulta secco, sapido, fresco, lievemente aromatico.

    Abbinamenti: pesce crudo, carni bianche, piatti a base di verdure.

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