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    Catalogo 2022

    Brindisi alla Bellezza

    Epigramma
    Poteva Beatrice creare come Dante,
    o Laura cantare il fuoco dell’amore?

    ANNA ANDREEVNA ACHMATOVA, 1957

    "Mamma mia come sei concentrato, a cosa stai pensando? Se te lo dico non mi credi. Dai! Hai presente la Pietà di Michelangelo? Certo!, stai pensando alla Pietà? Sì, cioè… sto pensando a Michelangelo, a quanto ci ha lavorato! Lo sai quanto ci ha lavorato? Certo, lo so lo so, ha impiegato oltre due anni a
    scolpirla, gli ultimi mesi non andava neanche a casa, dormiva lì accanto, non si lavava, non si cambiava, mangiava un uovo, un pezzo di pane e ricominciava…
    A goderne sono state le persone che, nel corso dei secoli, l’hanno potuta ammirare.
    I lanzichenecchi, nel 1527, hanno distrutto il luogo dov’era conservata ma, davanti alla statua, si sono inginocchiati.
    Michelangelo ci ha messo la fatica e l’anima ma siamo noi i veri fortunati che possiamo vederla e commuoverci, non lui.
    Pensa anche a Vincent che è morto solo, povero e malato. Oggi le sue opere hanno un valore inestimabile e trasmettono emozioni.
    Osservando Notte stellata sul Rodano ci si sente risucchiare nell’universo.
    Forse Leonardo lo aveva capito visto che, di alcune opere – Gioconda compresa –, non si distaccò mai, portandosele appresso, per decenni, fino alla morte.
    Ad Anna Achmatova fucilarono il marito e imprigionarono il figlio. Reclusa in casa a San Pietroburgo (a quel tempo Leningrado), sorvegliata dal Nkvd, i suoi amici la andavano a trovare e
    portavano all’esterno le sue nuove poesie dopo averle imparate a memoria.
    Roth, alcolista, salutò il mondo con La leggenda del santo bevitore e si lasciò andare.
    L’elenco di uomini e donne che hanno creato e ci hanno donato capolavori immortali è infinito.
    Hai ragione, a me vengono in mente i compositori: giorni e giorni a riempire righi e a correggerli: Beethoven ha scritto l’Inno alla gioia completamente sordo.
    E i musicisti che dedicano la loro vita a studiare e provare provare provare ad eseguire il tal pezzo.
    Ci sono anche altri tipi di artisti: pensa quante generazioni hanno lavorato, alacremente, per costruire terrazzamenti su monti e pendii scoscesi per poterli coltivare. Un monumento collettivo
    che, come una ragnatela, tesse, intreccia e unisce l’Europa.
    Sai anche chi? Chi? l timonieri, gli autisti, i macchinisti, i piloti.
    Loro stanno lì a lavorare, concentratissimi, perché il minimo
    sbaglio può causare tragedie… e noi, beati, a guardare il panorama, a discutere, a distrarci e a fare i sapientoni.
    E sai chi anche? No! I produttori di vino, quelli che lavorano la terra con fatica e sudore, quelli sempre all’erta per le bizze del tempo, quelli che provano e provano e provano finché non gli riesce, alla fine, di produrre proprio quel vino che avevano immaginato.
    E noi?, quando, al tavolo di un ristorante, ordiniamo una bottiglia e ce la servono come Dio comanda, ci possiamo sentire dei principi. Brindare guardandosi negli occhi e ricondurre la magia
    di un incontro a quello che si è bevuto è una vera forma di nobiltà
    per l’animo e per lo spirito.
    Oh sì, è una vera fortuna saper apprezzare le situazioni, il lavoro degli altri, a volte il genio di qualcuno. Sollevare il calice e guardarlo in controluce, vedendoci anche l’aspetto poetico della
    vita, con tutto quello che può contenere e trasmettere. Saper
    comprendere che in quel colore, in quel sapore e in quel profumo ci sono storie di uomini, secoli di tentativi e di trovate geniali.
    È un atto di rispetto e di ammirazione che ci aiuta a vedere il mondo con occhi diversi.


    Ora, tesoro, fai attenzione: stiamo entrando nel porto con la
    barca a vela silenziosa. Dal molo arrivano le note di una musica che riconosciamo e vediamo l’orchestra in costume bianco e blu che sta suonando. Il timoniere guida con dedicata attenzione e
    noi… stiamo bevendo lo stesso vino della prima volta che ci siamo conosciuti.
    Ora, caro amore, brindiamo alla bellezza che ci sta attorno, brindiamo al tempo che passa, allo spazio che ci circonda e a tutto quello che, della vita, non comprendiamo".

    ━ Gianpaolo Girardi

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