La Piazza Impazza
Chiacchierare ci viene così naturale da farci pensare che il nostro linguaggio
si sia sviluppato proprio per questo scopo. Pensate forse che i professori di storia,
quando s’incontrano a pranzo, siano a discutere delle ragioni per cui è
scoppiata la Prima guerra mondiale […] Qualche volta, sì. Ma più spesso chiacchierano
della professoressa che ha sorpreso il marito a tradirla, o della disputa tra
il capodipartimento e il preside, o delle voci che corrono…
Harari, nel suo straordinario libro del quale abbiamo qui tratto alcune citazioni, nel secondo capitolo descrive il pettegolezzo come espressione connaturata alla nostra specie.
…il nostro linguaggio si sarebbe evoluto come modo per fare pettegolezzi […] Questa teoria incentrata sul pettegolezzo potrebbe anche sembrare uno scherzo, eppure è stata supportata da numerosi studi. Ancora oggi, gran parte della comunicazione umana – nella forma delle e-mail, delle conversazioni telefoniche
o delle rubriche sui giornali – è, di fatto, un pettegolezzo. […] Il punto è che la finzione ci ha consentito non solo di immaginare le cose, ma di farlo collettivamente…
Gli uomini e le donne in ogni angolo della terra, quando possono, si fermano a chiacchierare con amici, parenti, fidanzati e, talvolta, con sconosciuti: quante amicizie nascono in vacanza, o in treno, o al bar! Gli argomenti sono infiniti e riguardano naturalmente l’amore, il lavoro, le delusioni, le aspirazioni. Qualcuno parla e qualcuno ascolta; potersi confidare con chi ti sa ascoltare è una vera fortuna. La quotidianità si irradia e si espande attraverso un fiume di conversazioni che funge da compensatore sociale e aiuta la gente a vedere i problemi da angolazioni diverse o, semplicemente, a sfogarsi.
Se osserviamo però con attenzione dove questo rito quotidiano si svolge con misura, discrezione ed eleganza, dobbiamo riconoscere che questo posto è l’Europa. Qui ha trovato e trova la sua massima espressione.
Si rimane meravigliati nel vedere così tante persone sedute ai tavolini dei Bistrot, dei Pub, delle Taperie, dei Caffè, dei Bar, delle Pasticcerie, nei cortili, nei parchi, sotto i portici intente a conversare. Questo costume negli ultimi decenni si è addirittura accentuato e, oggi, nelle città europee i locali sono sempre pieni, a tutte le ore, di gente che chiacchiera. In qualche luogo, incredibilmente, c’è persino qualcuno che non usa il telefonino. Negli ultimi anni anche le meravigliose piazze italiane si sono riempite di gente che dialoga, discute,
e beve.
Tutto questo, a noi italiani, dovrebbe dare una sensazione di orgoglio patriottico perché, dalle nostre parti, ciò che sta attorno è già, di per sé, un argomento di conversazione e… anche l’occhio vuole la sua parte.
Di solito è tutto perfetto: la cucina, il panorama, la simpatia, la pulizia, il servizio.
Solo le proposte del vino, e questo risulta un po’ stonato, non sono sempre all’altezza.
Com’è possibile, mi chiedo, che si possano propinare certe bevande solo perché la forza della pubblicità e del marketing ne stimola la richiesta?
Un bicchiere di vino di qualità non costa più di tante altre bibite industriali, cariche di zuccheri, conservanti e coloranti e di alcol di infima qualità.
Il vino è un ambasciatore autentico e perfetto del territorio e… favorisce la conversazione.
Questa pagina vuole essere un invito agli esercenti affinché propongano con orgoglio i vini della nostra vecchia e imperfetta ma meravigliosa Europa, esercitando il loro ruolo di ambasciatori con passione, competenza ed energia.
Aggiungerei: quanto più il contesto è incantevole tanto più l’offerta dovrebbe esserne all’altezza.
Forse non ci rendiamo conto di cosa emozionalmente possa significare anche il solo trattenersi in una qualsiasi piazza di una qualsiasi città italiana, con lo sguardo che scivola dalle torri ai
pavimenti in pietra, sfiora i rosoni delle chiese e sorvola i merli delle mura. È un paesaggio urbano che, come un libro aperto, ci permette di viaggiare a ritroso nel tempo, dove sono ancora nitidamente visibili vestigia di città romane, etrusche e greche e dove anche luce e colori cambiano a seconda della stagione e dell’inclinazione dei raggi solari.
E allora… quanto più bello sarà vedere la gente chiacchierare, sapendo che una scelta culturalmente mirata contribuisce alla salvaguardia e alla promozione del nostro straordinario patrimonio storico, paesaggistico e vitivinicolo.
Cin cin
━ Gianpaolo Girardi
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